La comunicazione non verbale - Prima parte
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La comunicazione non verbale – Prima parte

In questo articolo parleremo della comunicazione non verbale, quella parte di comunicazione che non riguarda puramente il contenuto del messaggio, ossia il significato letterario delle parole ma che riguarda il linguaggio del corpo, la comunicazione non parlata delle persone che costituisce un aspetto fondamentale per conoscere meglio se stessi e gli altri.

Oltre l’80 per cento della comunicazione tra gli esseri umani avviene non attraverso le parole ma con i segnali del corpo, ossia attraverso gestualità, postura, mimica, voce ecc.  Tutti siamo convinti che l’efficacia della nostra comunicazione dipenda essenzialmente da ciò che diciamo con le parole, quindi dai nostri contenuti. Tuttavia molto spesso capita che, nonostante i nostri messaggi verbali siano impeccabili, non riusciamo nei nostri intenti persuasivi e ciò accade in quanto attraverso il canale verbale arrivano solo i contenuti mentre attraverso quello non verbale- linguaggio del corpo– viene trasmesso tutto ciò che tocca la parte emotiva e sentimentale della persona e che quindi ne determina o meno l’efficacia. 

Il nostro corpo non sa mentire e tutti i segnali che emettiamo e che riceviamo vengono interpretati inconsciamente e istintivamente. Da qui l’importanza di saper riconoscere e gestire i messaggi del corpo al fine di comunicare meglio, di migliorare i rapporti interpersonali e di essere più convincenti.

Una regola fondamentale per una corretta interpretazione dei messaggi del corpo è che ogni singolo segnale ha un suo preciso significato che va sempre valutato nel contesto generale in cui viene eseguito in modo da non commettere errori. Infatti è compito del buon osservatore non giungere a conclusioni affrettate e verificare con più elementi possibili la rispondenza alla realtà delle conclusioni stesse.

La comunicazione non verbale comprende 3 categorie principali:

  • Comunicazione vocale-sonora

Essa comprende il paralinguaggio e il silenzio.

Il paralinguaggio comprende le caratteristiche personali della voce e del parlato– cioè il volume, il tono, il timbro, la velocità, l’accento, la pronuncia che caratterizzano ciascun individuo e ci permettono di riconoscerlo senza vederlo. La voce è una componente fondamentale quando ci presentiamo agli altri e presenta alcune caratteristiche che devono essere prese in considerazione per un’efficace comunicazione.                                                                                                                         

  • la melodia, cioè alzare e abbassare la voce che ci permette di far capire all’interlocutore cosa vogliamo sottolineare.
  • la velocità , incide sulla comprensione dei messaggi , varia da persona a persona e non è costante nemmeno nello stesso individuo. Infatti  parliamo più velocemente se ciò che diciamo è stato ripetuto più volte e questo può incidere sulla comprensione del messaggio stesso. Pensiamo per esempio alle centraliniste: ripetono talmente spesso il nome dell’azienda che chi telefona la prima volta in genere ha difficoltà a comprenderlo data la velocità con la quale viene espresso.                   Tuttavia la ripetizione ci dà sicurezza e dà agli altri l’impressione che crediamo in quello che diciamo. Bisogna però fare attenzione a non pronunciare troppo velocemente termini tecnici se sospettiamo che non siano conosciuti dall’interlocutore.                                                                             È importante non aumentare eccessivamente la velocità di esposizione a scapito della comprensione da parte di chi ascolta ed è sempre opportuno adeguare la velocità dell’eloquio a quella dell’ascoltatore in modo da sintonizzarci con lui e di gettare così le basi per creare un buon livello di comunicazione.
  • il volume, ci rileva l’intensità emotiva: un livello alto indica o aggressività o ciò che diciamo ci sta particolarmente a cuore, un livello basso è segno di depressione o di insicurezza circa i contenuti. È importante, se un individuo ha una maggior energia propria e quindi un maggior volume della voce indipendentemente da stati emotivi di aggressività o di collera, evitare di incutere timore a persone più tranquille dando luogo a incomprensioni a livello comunicativo.

Il silenzio è una delle forme più efficaci di comunicazione. Dell Hymes- famoso sociologo lingusitico- diceva “È importante non solo sapere quando parlare e tacere ma anche in modo tacere, con chi e quanto a lungo.”                                                                                                                  Esso è la condizione che permette all’emittente di parlare e l’ascolto silenzioso e attento è la condizione per comprendere.                                                                                                                   Nell’interazione con altre persone il silenzio può assumere diverse significati:

  1. Può essere prescritto o previsto dal particolare contesto di interazione e perciò è atteso dai partecipanti come un comportamento normale e corretto.
  2. Può esprimere particolare atteggiamenti e intenzioni da parte dei soggetti come rispetto, accettazione, approvazione, consenso, attenzione, attesa, disponibilità all’ascolto.
  3. Può esprimere imbarazzo, vergogna e inadeguatezza.
  4. Può esprimere atteggiamenti conflittuali come disapprovazione, minaccia, ostilità e provocazione.

L’abilità di usare il silenzio in modo appropriato e la capacità di interpretare il silenzio altrui sono requisiti essenziali per il successo della comunicazione e costituiscono parte integrante della competenza comunicativa. Saper tacere consapevolmente è un’arma dell’uomo che vuole influenzare, condurre, guidare gli altri proprio per l’inquietudine che il silenzio riesce anche a generare nelle persone.

Per scoprire le altre due categorie dovrai aspettare il prossimo Venerdì! Nell’attesa leggi i nostri precedenti articoli.